La ricostruzione
Terminata la demolizione del vecchio impalcato ed adeguati i pulvini, si procederà al varo dei nuovi impalcati che saranno realizzati con tecnologia mista acciaio-calcestruzzo, con sezione trasversale a cassone; soletta e controsoletta saranno realizzate in calcestruzzo e le anime in acciaio. L’impalcato sarà costruito tramite l’assemblaggio di conci di altezza compresa tra 7,00 m (conci di testa pila) e 3,5 m (concio di sutura). Il viadotto si articolerà sempre su 5 campate per ciascuna via, a partire dalle pile esistenti.
Per le pile esistenti è previsto un intervento di idroscarifica della parete esterna, la posa di nuove armature e di un nuovo getto di ricoprimento con malta per la riqualifica della durabilità delle superfici. In sommità delle pile esistenti si prevede un taglio, al di sopra del quale viene salvaguardata parte dell’armatura verticale esistente e vengono realizzati i pulvini in progetto. Le fondazioni esistenti, costituite da plinti su pozzi, rimangono inalterate.
La spalla lato Parma sarà oggetto di una manutenzione straordinaria mentre la spalla lato La Spezia sarà di nuova realizzazione in posizione arretrata rispetto all’esistente.
Durante le attività di indagine finalizzate alla progettazione degli interventi è stato messo in opera un sistema di monitoraggio geotecnico strumentale in prossimità della spalla lato La Spezia nell’area interessata dal movimento franoso denominato F61 – “San Rocco”.
Nel progetto del nuovo viadotto e della spalla lato La Spezia (le cui geometrie sono riportate di seguito) si è tenuto conto della possibilità da parte della struttura di accogliere e riprendere nel tempo gli spostamenti della spalla stessa, oggi stimati lungo un periodo di tempo di 20 anni. Si prevedono quindi periodici interventi di riposizionamento degli appoggi.
Il sistema di monitoraggio geotecnico e strutturale, con letture in continuo, sarà utilizzato dalla Concessionaria per i prossimi anni in modo da pianificare il tempestivo riallineamento degli apparecchi di appoggio nell’arco del periodo temporale sopra indicato e per definire meglio gli eventuali interventi di mitigazione del movimento.